Durante la proiezione della 24h di Le Mans 2024 presso la sede di Modena di Ineco Auto Ferrari (a cui ho avuto il privilegio di partecipare ringraziando ancora una volta lo staff di Ineco per l'indimenticabile esperienza, offertami con la massima professionalità e gentilezza), tra le varie attività susseguitesi durante le due giornate di evento, la più accattivante è stata quasi sicuramente quella dei test drive Ferrari 296 GTS e Ferrari Roma Spider.
Con ancora il cuore nelle tonsille e le mani tremanti causa emozioni ed adrenalina, parlerò proprio della 296 GTS, e poi della Roma Spider nel prossimo post.
La 296 GTS si presenta sinuosa ed elegante, con linee che richiamano il passato glorioso delle GT di Maranello. La compattezza, accentuata dal passo corto e dalla coda tronca, dà l'idea di essere di fronte ad un oggetto unico nel suo genere. Questa del test drive è rifinita in blu corsa metallizzato su interni nero e panna, con la chicca dei cerchi in carbonio.
Gli interni sono, a rigor di logica, rifiniti in pelle e materiali di qualità eccellenti; la strumentazione e qualsiasi altro comando sono tutti digitali e touch, tranne il cambio automatico fatto a levette che si muovono lungo una "H" che vuole richiamare le sempiterne griglie di selezione marcia dei vecchi cambi meccanici manuali Ferrari. Sono rimasto stupito letteralmente scoprendo che addirittura i tappetini sono in pelle.
Il cofano posteriore è stato ridisegnato per ovvi motivi rispetto alla sorella coupé 296 GTB, ma senza stravolgerne il concetto stilistico. L'aerodinamica è tutta "nascosta", in vista c'è solo lo spoiler posteriore attivo che si apre solo in caso di frenata o ad alte velocità.
Anche perché l'aerodinamica è fondamentale per la 296, infatti all'interno di queste forme così aggraziate e soavi che lasciano presagire di essere di fronte ad un'auto "tranquilla", si nasconde il nuovo 3.0 V6 turbo ibrido da ben 830CV (667CV + 167CV dell'unità elettrica), montato in posizione centrale. Questo nuovo conglomerato ingegneristico italiano è capace di lanciare la 296 da 0-100 in soli 2,9 secondi fino a farla arrivare ad oltre 330 km/h. In poche parole la 296 nasconde sotto il suo viso angelico prestazioni spaventose, ma senza essere sleale.
L'ultima ed unica volta che Ferrari montò un motore V6 centrale, fu tra il 1967 ed il 1973 con il debutto delle Dino 206 e 246; scelta dettata da una serie di motivazioni decisamente diverse da quelle che oggi hanno portato alla realizzazione della 296. Ferrari ha deciso di muovere i primi passi nel nuovo mondo dell'elettrificato, ma facendolo sapientemente e quindi senza rinunciare al DNA del Cavallino.
Alla guida in modalità puramente termica infatti il V6 urla quasi come fosse un V12 aspirato, ed in modalità ibrida la 296 ti lancia verso prestazioni raramente eguagliabili; la lussuria si manifesta proprio qui perché, performance a parte, schiacciare il pedale del gas e sentire il sibilo del motore elettrico trasformarsi in un ruggito rabbioso sancisce il raggiungimento del piacere dei sensi. Le dinamiche di guida sono pistaiole ma allo stesso tempo fanno sentire al sicuro tra le curve ad alta velocità. Le sorprese più memorabili che ho avuto alla guida sono state durante la marcia in modalità elettrica, anche perché scorrere in strada silenziosamente con una Ferrari fa decisamente strano. Un'altra cosa inaspettata è stato il passaggio tra queste varie modalità: sulla 296 si può passare ad esempio da termico ad elettrico durante la marcia senza esitazioni e senza subire scossoni. In ogni caso l'erogazione di potenza è rotonda e gentile, la 296 è pronta in qualsiasi momento a rispondere quando il pedale del gas chiama; il cambio DCT doppia frizione a 8 rapporti poi rende tutto ancora più fluido.
In conclusione mi sento di asserire che ancora una volta Ferrari ultimamente non ne sbaglia una, anche quando sulle spalle grava un arduo compito come quello di realizzare una 296 o anche una SF90.
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