Nel 1928, con le nuove regole della Formula Grand Prix che davano totale libertà ai costruttori, Maserati decise di sfidare e superare se stessa creando una vettura a 16 cilindri.
Era il 1929 quando Maserati completò il progetto della nuova V4, una vettura da Grand Prix con propulsore a 16 cilindri a V; questo complicato e mostruoso motore nasceva da letteralmente due motori 8 cilindri in linea della Tipo 26 da 2 litri messi in parallelo. Il risultato fu un motore 16 cilindri da 4 litri. Ogni bancata era indipendente e dotata di compressore volumetrico Roots, il tutto sormontato da due carburatori Weber giganti creati ad hoc. Il propulsore erogava ben 300 CV ed allo stesso tempo buttava giù così tanta benzina da percorrere 2km/L.
Anche il telaio era quello della Tipo 26, irrigidito e allungato per l'occasione. L'esordio della pantagruelica Maserati V4 avvenne al GP di Monza in cui si piazzò sesta con Alfieri Maserati, mettendosi dietro le Tipo 26 di Borzacchini e Amedeo Ruggeri; unica consolazione la pole ed il giro veloce di Alfieri. Però la vettura è velocissima e dunque promette bene, e dopo solo due settimane si fregia del titolo di auto più veloce del mondo; infatti sul "circuito" (su strade statali) di Cremona Borzacchini percorse 10 km ad una media di 246 km/h. La V4 però consumava sia carburante che gomme, ed ottenne solo due vittorie (GP Tripoli 1930 con Borzacchini e GP Roma "circuito del littorio" 1931 con Ernesto Maserati). Alla fine della sua carriera venne venduta ad un facoltoso cliente romano che la omologò per la circolazione da strada e la fece ricarrozzare da Zagato come vettura spider, in una affascinante colorazione bicolore con due tonalità di verde; in queste nuove vesti vinse il Concorso d'Eleganza del Celio nel 1934.
Intanto in Officine Alfieri Maserati nel 1931 vide la luce l'erede della V4, la nuova V5; la macchina era identica alla V4 ma l'alesaggio fu aumentato portando la cilindrata totale a 5 litri con conseguente aumento della cavalleria fino a 360 CV. Anche le ruote furono ingrandite per migliorare il consumo degli pneumatici, e fu alleggerita.
Purtroppo la V5 doveva vedersela con le imprendibili Alfa Romeo P3, in più morì Alfieri e così la vettura portò a casa solo una vittoria al GP di Roma del 1932 con Luigi Fagioli. Vittoria amara perché poco prima, a Monthery, Amedeo Ruggeri perse la vita a 43 anni durante un tentativo di record di velocità sulla spaventosa V5; l'ex centauro bolognese aveva lasciato il motociclismo nel 1928 per passare alle auto dopo aver vinto praticamente tutto con Harley, Indian e Guzzi.
La V5 andò distrutta durante il GP di Tripoli del 1934 con Taruffi alla guida. Il motore si salvò, e venne costruita una copia con motore originale.
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