Il 7 dicembre ho potuto vedere in anteprima in sala a Maranello la nuova e attesa pellicola di Mann, assieme a Piero Ferrari e tutti i meccanici storici della Scuderia. Il film racconta la vita di Enzo Ferrari, precisamente la parte legata alle vicende accadute nel funesto 1957...
Maranello, 7 dicembre 2023.
Ho l'onore di vedere in anteprima il nuovo film su Enzo Ferrari girato a Modena. In sala presenti meccanici storici della Scuderia, ex tecnici della Scaglietti e l'ingegner Piero Ferrari. Parcheggiate all'ingresso dell'auditorium di Maranello, alcune auto d'epoca utilizzate nel film, tra cui spicca una Ferrari 750 Monza giallo fly guidata da un pilota d'eccezione nella pellicola (non spoilero il nome).
Il film parla dell'anno 1957, anno segnato da tragedie umane, difficoltà economiche in azienda e turbinii sentimentali nella vita di Enzo; infatti questo è l'anno delle morti di Castellotti e De Portago, della crisi finanziaria della Ferrari e della scoperta, da parte della moglie di Ferrari (Laura), dell'esistenza di un'altra donna nella vita di Enzo. Tutto questo accade solo un anno dopo la morte del figlio di Enzo e Laura, Dino.
Si inizia il 14 marzo 1957, Autodromo di Modena. Eugenio Castellotti viene chiamato con urgenza da Firenze perché Jean Behra su Maserati ha appena battuto il record della pista. Il Drake non ci sta, e con urgenza convoca il pilota lodigiano a Modena per dimostrare a Orsi e alla Maserati che la sua Ferrari 801 è più veloce. Castellotti parte e compie dei giri veloci, ma un guasto meccanico costringe Castellotti ad andare lungo in una curva; la 801 decolla e si schianta su una tribuna del tracciato, mentre Castellotti muore sul colpo. Enzo è impassibile, e come prima cosa chiede di ricevere il pilota privato De Portago nel suo ufficio. La freddezza di Enzo che a primo impatto ti fa pensare "ma guarda che uomo spietato e senza cuore", in realtà è il risultato di un'armatura che egli si è costruito negli anni a causa delle continue perdite in pista di piloti e amici. Infatti, come confesserà poco dopo all'amante Lina Lardi, Enzo rimase profondamente colpito dalle morti di Borzacchini e Campari durante il GP d'Italia del 1933 a Monza, in cui perse la vita anche il polacco Czaykowski su Bugatti, tanto che quella domenica nera coincise anche con il suo addio alla carriera da pilota.
A onor di cronaca, la 801 non fu mai una macchina competitiva, ed il campionato del 1957 di F1 venne largamente dominato dalla Maserati 250F di Fangio.
Si susseguono scene della vita quotidiana di Ferrari e di cose che faceva tutti i giorni, come ad esempio l'appuntamento dal barbiere e la visita da Dino al cimitero prima di recarsi a Maranello.
Intanto in azienda le cose non vanno per il verso giusto. La Ferrari, all'epoca gestita in società da Enzo e sua moglie Laura, è sull'orlo della bancarotta. Enzo spende troppo per le corse e vende troppe poche macchine stradali; bisogna scommettere tutto sulla Mille Miglia! Ferrari iscrive quattro vetture sport, le velocissime 315 guidate da De Portago, Von Tripps, Collins e la vecchia volpe Taruffi, più una vettura GT, la 250 TdF di Gendebien.
Mentre il team si prepara alla Mille Miglia, la moglie scopre il tradimento che si perpetra alle sue spalle ormai da 12 anni; in più scopre anche l'esistenza del figlio nato dalla relazione tra Enzo e Lina, il piccolo Piero Lardi Ferrari. Nonostante questo Laura, durante tutto l'arco narrativo, non proverà mai rancore nei confronti di Enzo, ma anzi ancora una volta sacrificherà soldi e quote azionarie solo per il bene dell'azienda.
Arriviamo così ai nastri di partenza della Mille Miglia a Brescia, con uomini e macchine pronti a lanciarsi ad oltre 200 km/h di media su strade aperte al pubblico (anche di notte) con centinaia di spettatori assiepati in ogni dove. Il percorso come al solito prevede Brescia-Roma-Brescia. La sera prima della gara i piloti scrivono lettere d'amore alle proprie compagne; queste scene servono come espediente narrativo per far capire allo spettatore come all'epoca la morte fosse una cosa "normale" e sempre in agguato nel mondo delle corse. A contendere la Mille Miglia a Ferrari ci sono le Maserati 350S e 450S di Behra, Hermann e Moss.
La gara parte e tutte le Maserati verranno attanagliate da problemi tecnici; si stende quindi un tappeto rosso per la vittoria Ferrari. Alla tappa di Bologna, con le Ferrari saldamente al comando, Enzo dice che non c'è bisogno di rallentare, ma vuole che i suoi piloti se la giochino tra di loro per capire chi è davvero il più veloce. Arriviamo così alle battute finali della corsa con Taruffi primo, Von Trips secondo e De Portago con il co-pilota Ed Nelsson terzi. E' qui che si consuma "la tragedia di Guidizzolo": l'auto di De Portago prende un detrito a tutta velocità e distrugge una gomma; la 315 senza controllo a più di 200 km/h sbanda e finisce nel fossato per poi decollare ed atterrare sull'altro lato della strada dove ci sono degli spettatori; moriranno nove persone (di cui cinque bambini), assieme a De Portago e Nelsson. Il regista in questa scena si sofferma sui dettagli di quello che rimane di quelle vite spezzate, incutendo fastidio allo spettatore come per fargli capire cosa voleva dire davvero correre in macchina in quegli anni.
Mentre Taruffi vince la corsa seguito da Von Tripps e Genedebien, Enzo Ferrari accorre sul luogo dell'incidente. A Brescia, durante i festeggiamenti, la compagna di De Portago inizia a preoccuparsi non vedendo arrivare il pilota portoghese; alla fine scoppia in lacrime e realizza quello che non avrebbe mai voluto accadesse. L'Italia vieterà per sempre la Mille Miglia ed Enzo Ferrari verrà indagato; rinviato a giudizio, verrà assolto nel 1961.Il film, che scorre silenzioso ruotando completamente su Enzo Ferrari, si conclude con Enzo e Piero che si recano la prima volta insieme a visitare la cappella di famiglia dove vi è sepolto Dino.
Commenti
Posta un commento