Test Drive: BMW M4 Competition G82

La seconda generazione di M4 con motore 6 cilindri in linea 3 litri TwinPower Turbo, debutta solo tre mesi dopo la nuova Serie 4 Coupé in tre allestimenti: standard, Competition (quella in prova) e CSL. La differenza tra le tre versioni è la cavalleria, rispettivamente di 480CV, 510CV e 551CV (-100kg). Per la prima volta debutta su questa tipologia di macchina la trazione integrale, escludibile però tramite impostazioni vettura; quindi la coppia può divenire trasferibile tutta al posteriore come madrenatura BMW vuole.


Mentre la standard viene proposta con cambio manuale a 6 marce, la Competition lascia la fabbrica esclusivamente con un automatico sequenziale a 8 rapporti con convertitore di coppia e tre comandi Drivelogic: questo lancia la M4 Competition da 0-100 in meno di 4s.



All'esterno l'auto è subito riconoscibile, si presenta grintosa e sportiva con il nuovo retrotreno e con il tetto decisamente spiovente. I nuovi reni BMW giganti e non più posizionati in orizzontale dovrebbero rendere l'auto più aggressiva, ma non mi convincono più di tanto anche se si rifanno alle vecchie BMW d'epoca. Di sicuro provano a rendere l'auto un po' più elegante, ma si vede che la M4 non è proprio a suo agio; è come far indossare uno smoking di Armani ad un batterista di musica viking metal. In particolare poi la Competition monta paraurti, minigonne e spoiler esclusivi per questo allestimento.



Gli interni, da buona tedesca, sono rifiniti molto bene e nulla è lasciato al caso. Per gli inserti gli ingegneri della M Performance non hanno risparmiato sull'uso della fibra di carbonio (anche sulle fantastiche palette del cambio al volante) abbinato alle pregiate finiture: questo rende ancora di più la M4 un'auto dalla doppia personalità, dato che la sua principale caratteristica è quella di passare da vettura da pista a granturismo schiacciando un solo pulsante, tanto da far impallidire anche Louis Stevenson. Il cruscotto è un display di 12,3" prolungato fino alla plancia centrale dove vi è un secondo display da 10,3"; è da quest'ultimo che si possono selezionare le varie opzioni di guida (comfort, sport, sport plus) e regolare separatamente motore, volante, freno e assetto. Le grafiche e conseguentemente le personalizzazioni sono però un po' scarne. Ben imbottiti e avvolgenti i sedili sportivi, bocciato ancora una volta il volante (come sulla X4M provata qui) con questa corona troppo spessa. Sulla X4M questo difetto l'avevo anche perdonato, ma sulla M4 proprio no.



La gestione elettronica della vettura è la punta di diamante (complimenti davvero alla BMW); questa trasforma la M4 in un battito di ciglia da comoda graturismo con consumi ragionevoli a mostro da pista. Appena messo in moto gli scarichi danno vita all'orchestra M; si sente subito che questa BMW è un'auto sportiva come poche, sopratutto in modalità sport plus. Lo sterzo e le sospensioni irrigidite (anche se gestiscono benissimo le sconnessioni) trasmettono per filo e per segno tutte le dinamiche di guida; l'accelerazione è devastante e sempre reattiva, a qualsiasi regime. Tutto questo mentre lo scarico urla e spara botti ad ogni cambiata, dando al guidatore dei calci alla schiena con una violenza inaudita su una vettura granturismo. Il cambio sequenziale non agisce mai da solo, aspetta sempre sia il pilota a dare i comandi, altrimenti resta lì fermo al limitatore fin al prossimo ordine; questa è una cosa da non sottovalutare su una sportiva a cambio automatico.

Questa macchina va dannatamente forte e frena con altrettanta veemenza; nonostante peso e lunghezza (consigliatissimo a tal proposito l'optional della telecamera posteriore) si butta tra una curva e l'altra con grande agilità. Notevoli la direzionalità e l'inserimento in curva, anche grazie al velocissimo cambio che non lascia buchi di erogazione e quindi in curva l'auto non perde mai la traiettoria.

L'auto merita moltissimo, vi invito davvero ad approfondire la sua conoscenza, sono sicuro che vi innamorerete. Ma nonostante non passi inosservata, questa vettura dai due volti non mi ha entusiasmato più di tanto. Non è scoccata quella scintilla come succede spesso con altre sportive del suo calibro. Forse dopo un'uscita insieme in pista potrei ricredermi, ma non è quel tipo di auto che mi fa dire "la voglio". Saranno forse le dimensioni grandi e la troppa tecnologia, anche se il prezzo è molto ragionevole considerando anche le concorrenti e cosa ti regala questa macchina a livello di prestazioni. 

Mi dispiace M4, per ora ti vedo solo come un'amica.

scritto da
Pierteodoro Mascia


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