Nel 1967 Colin Chapman chiese a Ford un motore sotto i 3000cc da portare in F1, partendo dalla base di quello già utilizzato in Indy. Nasce così la Lotus 49, prima monoposto ad avere il motore come elemento portante del telaio (si dice che nel 1964 Ferrari avesse già trovato questa soluzione, ma volle manterne il segreto) e prima vettura ad equipaggiare gli alettoni. In pratica è l'antenata delle vetture moderne. La Lotus 49 corse nelle sue varie versioni (49B, 49C, 49D...) fino al 1970. La 49B debuttò al GP di Monaco 1968 e vinse subito con Graham Hill. Seguì un lungo digiuno durato tutta la stagione, fino all'ultimo appuntamento in Messico. Hill arrivò in Messico proprio con la vettura in configurazione come in foto, primo in classifica con 39 punti seguito da Jackie Stewart a 36 (Matra MS10) e Denny Hulme campione in carica a 33 (McLaren M7A). Le qualifiche decretarono Hill terzo, Hulme quarto e Stewart settimo. Alla partenza Hill vola al comando e Stewart balza al terzo posto. Al secondo giro Stewart riesce a sbarazzarsi di Hill e prendersi la leadership, mentre al giro 11 Hulme si ritirò per un guasto alla sospensione. In quel momento i due piloti erano a pari punti in classifica, ma Stewart contava 3 vittorie contro le sole 2 di Hill. Il punteggio infatti prevedeva 9 punti per il primo e 6 punti per il secondo. Dunque Stewart stava volando verso il suo primo titolo iridato (ad oggi ne avrebbe quattro), ma al 51esimo giro dei 65 previsti il motore Ford Cosworth (lo stesso della Lotus) borbotta a causa di un problema di alimentazione, e costringe Stewart a chiudere settimo a + 1 giro dal vincitore Hill. Ed è così che il secondo titolo iridato della carriera lo vince il britannico della Lotus anzichè l'alfiere della Matra (che lo vincerà l'anno successivo). La Lotus porta così a casa titolo pilota e titolo costruttori. Dopo la debacle del 1969, Lotus vincerà di nuovo i titoli iridati nel 1970. Il 1970 vedrà anche il tramonto della Lotus 49, divenuta ormai troppo pericolosa. Difatti a Monza il pilota austriaco Jochen Rindt perderà la vita nelle prove libere a causa di un assetto aerodinamico ritenuto troppo estremo, a quattro gare dal termine della stagione. Rindt riuscirà comunque a conservare la leadership in classifica e verrò incoronato campione del mondo postumo (unico caso in F1).
Nel 1967 Colin Chapman chiese a Ford un motore sotto i 3000cc da portare in F1, partendo dalla base di quello già utilizzato in Indy. Nasce così la Lotus 49, prima monoposto ad avere il motore come elemento portante del telaio (si dice che nel 1964 Ferrari avesse già trovato questa soluzione, ma volle manterne il segreto) e prima vettura ad equipaggiare gli alettoni. In pratica è l'antenata delle vetture moderne. La Lotus 49 corse nelle sue varie versioni (49B, 49C, 49D...) fino al 1970. La 49B debuttò al GP di Monaco 1968 e vinse subito con Graham Hill. Seguì un lungo digiuno durato tutta la stagione, fino all'ultimo appuntamento in Messico. Hill arrivò in Messico proprio con la vettura in configurazione come in foto, primo in classifica con 39 punti seguito da Jackie Stewart a 36 (Matra MS10) e Denny Hulme campione in carica a 33 (McLaren M7A). Le qualifiche decretarono Hill terzo, Hulme quarto e Stewart settimo. Alla partenza Hill vola al comando e Stewart balza al terzo posto. Al secondo giro Stewart riesce a sbarazzarsi di Hill e prendersi la leadership, mentre al giro 11 Hulme si ritirò per un guasto alla sospensione. In quel momento i due piloti erano a pari punti in classifica, ma Stewart contava 3 vittorie contro le sole 2 di Hill. Il punteggio infatti prevedeva 9 punti per il primo e 6 punti per il secondo. Dunque Stewart stava volando verso il suo primo titolo iridato (ad oggi ne avrebbe quattro), ma al 51esimo giro dei 65 previsti il motore Ford Cosworth (lo stesso della Lotus) borbotta a causa di un problema di alimentazione, e costringe Stewart a chiudere settimo a + 1 giro dal vincitore Hill. Ed è così che il secondo titolo iridato della carriera lo vince il britannico della Lotus anzichè l'alfiere della Matra (che lo vincerà l'anno successivo). La Lotus porta così a casa titolo pilota e titolo costruttori. Dopo la debacle del 1969, Lotus vincerà di nuovo i titoli iridati nel 1970. Il 1970 vedrà anche il tramonto della Lotus 49, divenuta ormai troppo pericolosa. Difatti a Monza il pilota austriaco Jochen Rindt perderà la vita nelle prove libere a causa di un assetto aerodinamico ritenuto troppo estremo, a quattro gare dal termine della stagione. Rindt riuscirà comunque a conservare la leadership in classifica e verrò incoronato campione del mondo postumo (unico caso in F1).
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