Mazda 787b: come sconvolgere il motorsport

L'unico sport prototipo con motore rotativo riuscito ad imporsi alla 24h di Le Mans: la storia del ruggente missile verdarancio che ha riscritto la storia dell'automobile. Probabilmente sopravalutata, ma dal fascino infinito.



Era il 1983 quando il team Mazdaspeed schierò nel campionato Sport Protitpi in categoria Gruppo C Junior, una vettura (la 717C) con motore rotativo Wankel e vinse in classe arrivando 12esimo assoluto.

Il Wankel prende il nome dal suo inventore Felix Wankel; la sua idea era di eliminare i problemi di inerzia del moto rettilineo alternato del pistone. 

Brevettò così il motore rotativo: un rotore a tre lobi ruota in modo eccentrico intorno all'albero motore all’interno di una carcassa, generando durante il suo moto delle camere all'interno delle quali si compiono le classiche fasi del motore quattro tempi a ciclo Otto.

I vantaggi sono tanti: semplicità di progettazione grazie alla presenza di pochi elementi e di sole due parti in movimento, assenza di forze inerziali, leggerezza, compattezza e sviluppo di potenze elevate con pochissimo volume. L'unico problema sono strisciamenti e urti del rotore contro la carcassa che ne decimano la vita di utilizzo.


Dato che il Wankel fu sviluppato in Germania con la collaborazione dell'NSU, la prima macchina a montare un Wankel fu la NSU Spider del 1963 che sviluppava 50CV con soli 500cc di cilindrata e con consumi bassissimi.


Fu successivamente montato su tutte le vetture Mazda con sigla RX (RX-4, RX-7, RX-8...) e sulle Mazdaspeed 717C, 757, 767, 767B, 787 e 787B, uscendo di scena nel 2012 a causa delle nuove norme antinquinamento. 

Dopo i deludenti risultati dei suoi predecessori, il prototipo 787B si presentò al campionato Sport Prototipi e al campionato giapponese Prototipi del 1991 con un unico obiettivo: vincere.


La 787B montava un quadrirotore da 2616cc (equivalenti a 4,7 litri di un motore "normale") da 930CV, limitato volutamente a 700CV dagli ingegneri per questioni di affidabilità. Il telaio era un monoscocca in fibra di carbonio, la carrozzeria era in kevlar e carbonio così come l'impianto frenante. Il cambio era un 5 rapporti Porsche, che aveva già collaborato alla realizzazione della trasmissione della 767.


I risultati non sono convincenti, ma alla 24h di Le Mans accade l'inaspettato. Mazdaspeed schiera due 787 B, una con livrea biancoblu numero 18 ed una con l'iconica livrea Renown verde arancio numero 55 guidata dall'equipaggio Weidler-Gachot-Herbert. In qualifica la prima delle Mazda, la 55, si classificò solo dodicesima; furono poi passo ed affidabilità a fare la differenza in gara.


Grazie ad una strategia aggressiva (complice il basso consumo di carburante di soli 1,9 l/km) la 787B Renown si fa strada fino al terzo posto anche a causa dei vari problemi tecnici che subito affliggono Porsche, Jaguar e Peugeot. Le due Mercedes-Sauber C11 al comando invece si ritirarono sempre per problemi meccanici, ma a poche ore dalla fine.


L’inconfondibile voce della urlante 787B riecheggia sul circuito di La Sarthe mentre sfreccia sul traguardo accompagnata dalle fiammate dello scarico in scalata di marcia: è un trionfo inaspettato. Prima giapponese ad imporsi nella gara più importante del mondo ed unica vettura a motore Wankel a riuscirci.

I motori Wankel verranno poi vietati dal regolamento l'anno successivo e la 787B resterà così una leggenda dell'automobilismo.

Domanda per chi ha scoperto questa macchina grazie a GranTurismo: conoscevate questa storia?

Scritto da 
Pierteodoro Mascia

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Foto : Motori Magazine, Motor1.com, KitMaker Forums - KitMaker Network, The Driver, Edwardstown Mazda, Portale Stampa Mazda Italia

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