A presto, Audi R8

 “Eh ma le Audi in curva vanno dritte”: così narra la leggenda, mentre intanto la supercar più maneggevole di sempre va in pensione. Come insegna la favola del corvo e del cigno, c’è sempre qualcuno con qualità uniche e straordinarie, ed il rispetto verso gli altri è più importante della presunzione. Ma perché non la faranno più? Alcuni dicono sia perché causi una malattia molto grave: l’ecoansia.


Anno 1999: l’Audi si presenta per la prima volta a Le Mans con due nuovi progetti, la R8r e la R8s, giungendo quarta assoluta. Anno 2000: Audi arriva a Le Mans con la nuova R8s e si prende tutto il podio con una clamorosa tripletta. Nel 2001 sarà doppietta e nel 2002 e 2004 ancora tripletta. E poi vince di nuovo nel 2005 sempre con la R8 da cui deriveranno le R10, R15 e R18 vittoriose nel 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013 e 2014. Audi porta così a casa ben 13 edizioni della 24h di Le Mans piazzandosi al secondo posto come vincitrice di tutti i tempi, dietro solo a Porsche.


Come celebrare i trionfi della R8? Creando una R8 da strada. Così al salone di Francoforte del 2003 viene presentato il concept Audi Le Mans Quattro, una coupé due posti con motore centrale e trazione integrale.

Sulla base di questa nascerà nel 2006 la nuova Audi R8, dalla matita di Walter da Silva; il suo design è futuristico, incuriosisce e lascia senza parole. Ricordo quando la vidi in una via di Roma per la prima volta, forse proprio nel 2006. Che dire, vedere una supercar così avanzata stilisticamente rispetto alle Ferrari 430 o alle Porsche 997 che circolavano all’epoca è stata un’esperienza mistica. Poi con quel marchio che fino ad allora non aveva mai messo piede nella produzione di supersportive, faceva ancora più effetto.

L’Audi R8 montava il V8 4.2 litri da 420CV della RS4 con baricentro più basso, e nel 2009 viene introdotta la versione V10 con motore 5.2 litri da 525CV che viene poi “prestato “ anche a Lamborghini.

La trazione integrale è l’imbattibile Quattro, che però in questo caso è distribuita 35-65, quindi privilegia più il posteriore. L’auto usciva con una cambio manuale a 6 rapporti (oggi ricercatissimo dai collezionisti), in alternativa a pagamento vi era l’automatico R-Tronic.

Nel 2013 viene fatto il restyling, con i motori che vengono potenziati ed abbinati tutti al cambio automatico S-Tronic.

Nel 2015 viene presentata la seconda serie, il cui stile richiama le linee spigolose della gamma Audi di quegli anni, ma che non viene stravolto. I motori disponibili sono solo i V10, di cui una variante V10 plus da 610 CV. 


Con il restyling del 2019 le potenze aumentano fino a 620CV, e nel 2022 viene presentata l’Audi R8 GT RWD a trazione posteriore in 333 esemplari, il canto del cigno di questa supercar straordinaria.


E nelle competizioni? Nel 2009 Audi Sport aveva creato la R8 LMS da far competere nella categoria GT3: fino all’arrivo della seconda serie, la R8 LMS raccoglie 115 vittorie e vince 12 campionati imponendosi anche in gare come la 24h del Nurburgring e la 24h di Spa. Con l’arrivo della seconda serie il conto delle vittorie è impossibile da stabilire con esattezza. 


Ed oggi, nel 2023, l’Audi R8 conclude ingiustamente il suo ultimo giro dopo vent’anni di onorata carriera, assieme alla sua collega più piccola: la TT. Le due auto più sportive della storia Audi lasceranno spazio a due nuove vetture elettriche.

E per questo motivo il post si chiude qui, non ho null’altro da aggiungere se non due semplici parole: che amarezza!

Scritto da

Pierteodoro Mascia


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