Quest’anno Pagani celebra il venticinquesimo anniversario dalla sua fondazione in piazza Roma a Modena. Presenti alla kermesse, durata tre giorni, venticinque gioielli usciti dalla fabbrica Italo-Argentina dal 1998 ad oggi. Ma vediamone in breve la storia.
Horacio Pagani lavorò alla Lamborghini specializzandosi soprattutto nella ricerca dei materiali compositi. Sua infatti la creazione della Countach Evoluzione, prototipo-laboratorio destinato alle esperienze e agli studi sull'applicazione dei compositi nel mondo delle auto sportive. La Countach Evo era dotata infatti di scocca in fibra di carbonio, ed era molto avanti per l'epoca. Ma il desiderio di Horacio era di creare una sua linea di vetture granturismo, e così nel 1992 viene fondata da la Modena Design, che successivamente nel 1998 cambia denominazione in Pagani Automobili. Da qui nasce il primo prototipo, la C8.
La C8 montava un V12 AMG-Mercedes, infatti grazie alla sua amicizia con Fangio, Pagani entrò in contatto con i vertici AMG per la fornitura di motori. La vettura verrà poi presentata con il nome di Zonda C12.
La Zonda si distingueva dalle altre supercar grazie al largo uso di materiali compositi; questo rendeva la Zonda, spinta da un propulsore V12 AMG 6 litri da 400 CV, una delle auto più rapide di quei tempi; basta pensare che la Zonda raggiungeva i 330 km/h di velocità massima. Di Zonda C12 ne furono prodotte 5 di cui 3 vendute a "soli" $300.000. Delle 3 una sola è rimasta originale, le altre hanno subito aggiornamenti e modifiche. Dopo la C12 debuttarono :
- la C12 7.0 S (con la cilindrata portata da 6 a 7 litri e con 10 kg in meno di peso), di cui vennero prodotte 13 coupè e 12 roadster
- la C12 7.3 S (che toccava i 350 km/h), di cui vennero prodotte 20 esemplari
- la one-off C12 S Monza nel 2004 su richiesta di un cliente, che portava migliorie in termini di peso e aerodinamica rispetto alla 7.3 normale; questa vettura è riconoscibile dai cerchi a stella e dai dettagli blu della carrozzeria che spiccano sull'argento colore di base.
Vennero poi prodotte, con lo stesso motore della 7.3 ma con accorgimenti al sistema di scarico, 25 Zonda Fangio (o più comunemente conosciute come Zonda F), dalla cui base vennero prodotte 5 roadster e 5 coupè denominate Zonda Cinque, su richiesta di Pagani Hong-Kong. Le Zonda Cinque furono le prime Pagani con cambio sequenziale al volante e si distinguono dalle F 7.3 per l'airscoop montato sul tetto. Altre 3 Zonda Cinque uscirono di fabbrica con il nome di Zonda Tricolore, per celebrare il cinquantesimo anniversario delle Frecce Tricolori; infatti la livrea di queste vetture è ispirata a quelle degli aerei italiani. Nel 2009, dopo un accordo stipulato con Mercedes, la Pagani produsse la Zonda R in 25 esemplari destinati solo all'uso su pista e non omologate per la strada. Queste montavano i nuovi 6 litri AMG da 750 CV. In questo caso parliamo di missili che raggiungono i 380 km/h con uno 0-100 coperto in soli 2,8s. Prima che il tramonto cali sulla Zonda, vengono prodotte svariate one-off. Degne di nota sono la Zonda LH (realizzata per Lewis Hamilton) e le 3 Zonda HP Barchetta, di cui una di proprietà dello stesso Horacio. Le quotazioni di queste vetture intanto iniziarono ad oscillare su cifre oltre il milione di €, e la Barchetta in particolare divenne l'auto più costosa del mondo, con il suo prezzo di 20 milioni di €.
Nel 2011 esce l'erede della Zonda, la Pagani Huayra (progetto C9), su cui Pagani già lavorava dal 2003. La Huayra montava un nuovo 6 litri biturbo AMG da 730 CV. Tra Huayra coupè, roadster, BC, Codalunga e one-off si contano circa un centinaio di esemplari. Nel 2013 però lasciarono la fabbrica ancora altre 5 Zonda, denominate Zonda Revolucion. Trattasi di Zonda R ancora più estreme, equipaggiate con un propulsore da 800 CV e con tanto di DRS. Nel 2022 iniziano a prendere vita i primi prototipi del progetto C10, la nuova Pagani Utopia da 864 CV. I 99 esemplari in programma sono stati già tutti venduti.
Sono molto onorato di aver potuto partecipare a questa celebrazione e poter ammirare da vicino auto che i collezionisti custodiscono con gelosia come delle Monna Lisa su ruote.
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Scritto da
Pierteodoro Mascia
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